Se stai per iniziare la vita accademica o se sei all’ultimo anno di scuola e fra 365 giorni inizierai a frequentare l’università, oltre allo studio (che ti auguriamo possa essere stimolante e ricco di soddisfazioni) ci sono un sacco di altre cose che potrai fare 

Nessuna persona è a “una dimensione”: siamo esseri complessi, fatti di interessi, passioni, obiettivi, desideri, aspirazioni, relazioni… Quando ciò che si studia corrisponde a ciò per cui si nutre passione, c’è da sentirsi fortunati ma anche chi studia esattamente le cose che ama, non si esaurisce nel percorso accademico. Fuori dall’università esiste un mondo che è il corredo naturale dello studio perché completa ed equilibra l’identità. Qualsiasi cosa poi, che si faccia al di fuori dell’impegno sui libri, contribuisce allo stesso successo accademico perché facendo “altro” si sviluppano abilità, competenze e visione che hanno sempre una ricaduta sullo studio. Abbiamo selezionato per te 5 attività “extracurricolari” decisamente interessanti, ecco la prima:

5 cose da fare al primo anno di università: cucinare

Cucinare

Cucinare è una attività straordinaria, emblema della cosiddetta multidimensionalità: cucinare è infatti creatività, cura delle persone, autonomia personale, nutrizione, capacità di prevedere le reazioni dei singoli ingredienti, pazienza, scoperta, apprendimento continuo, studio e tante altre cose tutte assieme (applicazione dei principi di chimica e fisica compresi). Certo, una cosa è scaldare un piatto precotto, altra cosa è scegliere singoli ingredienti per trasformarli in una pietanza; ma la sapienza culinaria è qualcosa che – come detto – si acquisisce con la pratica e con la pazienza.

I benefici del cucinare

Se fatto con piacere, il primo effetto del cucinare è il rilassamento. Manipolando vegetali, salse, farina &co. le preoccupazioni svaniscono, la mente si acquieta, la fatica della manualità allenta le tensioni. Oggi esiste una vera e propria cooking therapy (cucinoterapia), a testimonianza di quanto siano interessanti i benefici del cucinare: tra i fornelli si fa addirittura riabilitazione per persone con deficit cognitivi (cucinando si stimola la cosiddetta “neuroplasticità”, in pratica si allena il cervello)! Il cibo è poi uno stimolo completo per i sensi, udito compreso (esiste un interessante studio su come il suono delle patatine, al morso, influenzi la percezione della croccantezza).

La bellezza del cucinare: l’esperienza e i consigli della chef

Abbiamo fatto qualche domanda a Tatiana Porciani, chef di Erbaluigia, ecco cosa ci ha risposto:

Nella tua esperienza, imparare a cucinare, come cambia le persone?

Cucinando si accresce l’autostima. È questo il dato più rilevante. Passare dal preconfezionato a usare mente, estro e mani è qualcosa che ha un potere incredibile: quando le persone cominciano a creare in cucina, gli effetti sono davvero straordinari.

Quali sono gli errori da non fare se si vuole imparare una cucina che non sia semplice “sopravvivenza”?

Posso dirti questo: mai iniziare da ricette difficili se non si è fatta un po’ di pratica. La cucina ha basi scientifiche (chimica e fisica su tutte) che è necessario imparare almeno un po’ per evitare pasticci. Ci sono ricette, poi, che hanno bisogno di un po’ di tecnica e di strumenti adeguati. Chi vuol evitare di far pratica per sentirsi nell’olimpo delle cooking star al primo giorno di pratica, esaurisce ben presto la motivazione e – sinceramente – perde una grande occasione.

E tu invece, come ti senti quando cucini?

Serena. Mente e gesti vanno in armonia, quando cucino mi sento in equilibrio perfetto.

Ci sono persone a cui è sconsigliabile mettersi ai fornelli?

Guarda, credo che tutti possano cucinare, l’unica cosa è avere un po’ di pazienza e metterci impegno. Ciò che cucini è certamente frutto della tua bravura ma è soprattutto il risultato del tuo atteggiamento: cucinare con scarsa attenzione genera piatti scadenti…

Che consigli puoi dare a chi vuole iniziare?

Ascoltare chi ne sa di più, magari qualcuno che ha fatto della cucina il proprio mestiere. Corsi e libri di chef aiutano a capire, evitando disastri. Iniziare bene, poi, significa avere molte più possibilità di proseguire con soddisfazione (e risultati).

Qual è la cosa più strana che ti è capitata in tanti anni di cucina?

Quando ho iniziato a cucinare tutti osannavano le nuove frontiere della tecnica culinaria (per esempio la cucina molecolare), l’attenzione era insomma verso la capacità di sorprendere. Oggi assistiamo al fenomeno opposto: si recuperano tecniche antiche, quasi ancestrali; direi che è se non è un processo strano, è quantomeno bizzarro (e la dice lunga sui tempi che stiamo vivendo).

Quanto costa imparare a cucinare (corsi, libri, attrezzatura)?

Dipende dal livello che si vuol raggiungere e se si intende cucinare in maniera professionale o casalinga. Per poter avere qualche soddisfazione a livello casalingo bastano poche decine di euro, da investire in un manuale e qualche attrezzatura. Ci sono poi corsi di cucina che hanno costi molto differenziati a seconda della professionalità che si vuol acquisire. Il mio consiglio è però quello di fare prima un po’ di esperienza.

In cucina meglio creatività o disciplina?

Nella fase di approccio alla cucina la disciplina è la dote più importante (e lo rimane sempre e comunque). Si può essere discretamente bravi anche senza essere particolarmente creativi, mentre non si può cucinare senza rigore. Quando si è in grado di padroneggiare tecniche, conoscenze e materie prime, allora sì, con la creatività si può dare il meglio di sé.

Questa è solo la prima delle attività che puoi scegliere di fare durante il primo anno di università. A cadenza settimanale pubblicheremo il resto delle proposte. Nel frattempo, ti auguriamo… buon appetito!