Competenza, serialità, desiderio, decompressione e relax. Queste le parole che abbiamo selezionato e la cui origine ha un significato molto interessante per coloro che, nella propria giornata, hanno di fronte aule piene di speranze, sogni, paure e aspirazioni.
Riflettere sui significati dell’insegnamento è, con ogni probabilità un’impresa ardua, quasi impossibile. Le implicazioni infinite dell’insegnare, il suo essere disciplina che richiede saperi e qualità di ambiti diversi, il suo essere mestiere ma pure “arte”, il suo bisogno di professionalità ma anche di carisma, di saper fare ma anche di empatia, lo rendono qualcosa di estremamente complesso (e di facilmente banalizzabile).
Riflettere è però importante, ed è per questo che alla fine di un anno concluso con gli esami (per qualcuno) e che sta proseguendo con ulteriori esami (per qualcun altro), abbiamo deciso di iniziare a riflettere partendo da alcune parole. Sono cinque, avrebbero potuto essere dieci o cento ma proprio in queste abbiamo trovato una radice, un significato originario che restituisce la visione di ciò che è insegnare, di cosa comporta, delle qualità ma anche delle accortezze personali che sono dotazione irrinunciabile per qualsiasi insegnante.
Abbiamo raccolto e analizzato le nostre cinque parole (competenza, serialità, desiderio, decompressione e relax) in questo ⬇️ piccolo libretto ⬇️ che ogni docente può scaricare e “appuntarsi” mentalmente per trovare ispirazione, spunti di approfondimento, motivi di confronto o semplicemente per provare a riconoscersi in una dimensione forse originale ma certamente veritiera.
Insegnare, non dimentichiamolo, significa qualcosa che è traducibile (cominciamo ad andare già adesso all’origine delle parole) come “lasciare un segno”. Competenza, serialità, desiderio, decompressione e relax non “riempiono” l’universo dell’insegnare ma “ne descrivono la condizione”: la condizione affinché si possa imprimere quel segno che è molto più del semplice trasmettere conoscenza.
Buona lettura, buon insegnamento.
