Quando il gioco si fa duro… bisogna cercare l’approccio che funziona! 😉 

Quando si passa dalla scuola superiore all’università, anche se si è forti di un percorso di studio solido, è necessario riorganizzare le giornate, i metodi e le spinte motivazionali. Abbiamo già affrontato il dubbio “ma… sarò in grado di studiare all’università?, dando suggerimenti e riferimenti. Oggi ci occupiamo di quella cosa che è motore di qualsiasi attività: la motivazione. 

 

Motivarsi a studiare, apprendere, faticare sui libri 

Tutto ciò che ti porta ad attivarti per raggiungere uno scopo (dalla lode accademica all’alzarti dal letto al mattino) è ciò che comunemente si intende per motivazione. Già dal suono della parola, che rivela assonanze con il concetto di “movimento”, puoi capire bene che la motivazione ti “spinge” a fare; è altrettanto vero che spesso – sia per problemi oggettivi, sia perché ogni persona è straordinariamente capace di crearsi alibi – la motivazione non è una spinta sufficientemente forte. Come fare in questi casi?
Uno dei requisiti indispensabili per lavorare sulla propria motivazione è l’onestà, l’onestà con sé stessi: sai bene che i mille pensieri che fai e che ti portano a procrastinare lo studio non sono altro che “fuffa”; onestà significa guardarti allo specchio e dirti chiaramente che tutti questi pensieri vanno cambiati perché ti raccontano una storia falsa. 

Come motivarsi nello studio universitario: n° 1 la semplicità 

È possibile che anche nella tua vita ci siano stimoli e sovrastimoli, a partire dalla presenza immancabile dello smartphone e delle sue notifiche. È possibile che il tuo stile di navigazione in rete sia fatto da zig-zag paralleli tra una finestra e l’altra o tra una app e l’altra. È possibile che tu faccia spesso mille cose assieme. Ok, ottimo ma… il cervello chiede altro, ha bisogno di altro: il cervello anela la semplicità.
Quello che puoi fare è allora togliere, sfalciare, eliminare tutto per ripartire da capo facendo una cosa alla volta. Se spegni il telefonino, se metti in ordine la stanza in cui studi, se provi la bellezza delle cose fatte “in fila indiana”, scoprirai che la mente diventa più quieta e che sarà facile concentrarti. Eliminare le distrazioni funziona! 

Come motivarsi nello studio universitario: n° 2 la chiarezza 

Parente della semplicità, la chiarezza è una delle cose che ti serve per creare l’ambiente giusto in cui far sbocciare la motivazione. Chiarezza significa, in parole povere: scrivi i tuoi traguardi. Ci sono punti d’arrivo a lungo termine (“Voglio laurearmi”), a medio termine (“Voglio superare l’esame di letteratura contemporanea”), a breve termine (“Voglio finire il testo di psicologia generale”) e obiettivi quotidiani (“Voglio studiare 30 pagine per poi andare a giocare a padel”). Bene, avere e scrivere nero-su-bianco obiettivi chiari e raggiungibili aiuta la motivazione per 2 motivi: il primo è che la mente è libera di impegnarsi nei singoli compiti senza dover continuamente ricordare e rimuginare sugli obiettivi stessi e le priorità; il secondo è che vedere scritto un traguardo è di per sé motivante, infatti se hai scritto una cosa di tuo pugno la mente ti spingerà a studiare per non farti andare incontro a una delusione (a ogni persona piace mantenere ciò che ha promesso). 

Come motivarsi nello studio universitario: n° 3 l’organizzazione 

Beh, ci son persone che sballano per organizzare tutto, altre che sono letteralmente insofferenti agli schemi. E c’è l’università, che chiede almeno un po’ di organizzazione nello studio per essere portata a termine con successo. Quindi, con il grado di strutturazione che preferisci, inizia a programmare cosa e quando studierai. Questo tipo di attività – ripetiamo: su misura per i propri bisogni – ha l’effetto di tranquillizzare e ti permette di affrontare una sessione di studio senza troppo chiacchiericcio mentale.
Se te la senti (cioè se percepisci che ti è utile) definisci anche gli slot di studio (25 minuti, 35 minuti, 1 ora, oppure 1 capitolo, 20 pagine ecc.) da coprire prima di concederti una pausa. 

Come motivarsi nello studio universitario: n° 4 il resto della vita 

Su questo abbiamo scritto un post che ti suggeriamo di leggere: Come bilanciare lo studio universitario con il resto degli impegni (e della vita)? 

Come motivarsi nello studio universitario: n° 5 il gioco di potere 

Piaccia o meno, quello con la de-motivazione è sempre un gioco di potere e per vincere puoi usare qualche trucchetto 😊. Per esempio, puoi scegliere di cambiare le carte in tavola e quando sei per l’ennesima volta su Instagram e vedi che il pomeriggio sta passando, puoi fare una mossa inaspettata come alzarti improvvisamente e compiere qualcosa di insolito come aprire di colpo la finestra (o lavarti i denti, simulare un tiro da 3 punti a basket, fare qualche flessione sulle braccia…). Ebbene, in questo modo spezzerai il predominio della de-motivazione, sposterai l’equilibrio e sarà molto più semplice prendere la decisione di iniziare a studiare. Se non ci credi… provaci e vedrai! 

Come motivarsi nello studio universitario: n° 6 il piacere di apprendere 

Anche se stai preparando un esame che proprio non digerisci, puoi spostare l’attenzione su altri elementi che ti aiutano a recuperare il piacere di apprendere. Si sa che se c’è gioia, se c’è soddisfazione, tutto viene meglio, e allora se stai studiando una disciplina che ti richiede di imparare a memoria un sacco di definizioni ma odi i compiti mnemonici, prova a gioire del tuo livello di preparazione quando ti accorgi di aver imparato un bel po’ di cose a mente! Sposta cioè dall’obiettivo al processo il fuoco dell’attenzione. Fidati: funziona! 

Come motivarsi nello studio universitario: n° 7 conoscersi e ri-conoscersi 

La macro-suddivisione più popolare negli studi sulla motivazione è quella tra motivazione intrinseca ed estrinseca. La prima si nutre del semplice studiare, la seconda trova esaltazione nel raggiungimento di un obiettivo, una lode o per scongiurare una situazione spiacevole come una brutta figura di fronte all’aula gremita durante l’esame. Ecco, domandati chi sei, cosa funziona per te e lavora per trovare le parole giuste, quelle che servono a muovere le leve della tua motivazione. È inutile continuare a raccontarti la favoletta che studiare è bello se appartieni alla categoria di persone animate per lo più da motivazione estrinseca, raccontati piuttosto quanto sia importante avere un diploma di laurea! 

La motivazione: qualche spunto per capirne di più 

“La motivazione, può essere definita come un insieme di spinte interne e di pressioni esterne che promuovono il desiderio di impegnarsi nello studio, contrapposte ad altre che determinano un allontanamento e la tendenza all’evitamento” scrive Daniela Lucangeli, e la definizione in questo caso è puntuale e precisa. Oltre ai concetti di motivazione intrinseca ed estrinseca, altri asset teorici di rilievo sono la cosiddetta “motivazione di competenza” (effectance) che scaturisce dal desiderio di sentirsi capaci di fare bene qualcosa, desiderio ampiamente diffuso fra le persone; la motivazione positiva che descrive un comportamento motivato dal desiderio di raggiungere un risultato, e negativa, che è alimentata dalla voglia di evitare conseguenze spiacevoli. C’è poi la motivazione di base, ovvero il livello motivazionale di ogni persona, che è più o meno stabile indipendentemente dai periodi e dalle situazioni. 

 

E adesso… corri a studiare!!!