Come si sceglie l’università? In base alle passioni? In base alla tradizione di famiglia? In base alla vicinanza rispetto a casa? Se non hai ancora deciso e pensi che sia importante conoscere in anticipo cosa sarà necessario sapere (e saper fare) nel mondo del lavoro di domani, continua a leggere, sei nel posto giusto!

Domandarsi cosa sarà il futuro è qualcosa che da sempre affascina l’umanità. Ci hanno provato esperti, artisti, visionari di ogni genere, dipingendo scenari foschi oppure utopici. Non sempre le previsioni si sono rivelate giuste, ma qualche volta…

Tentare di far luce sul futuro, anche delle professioni, assume un ruolo sempre più importante, tanto che pure il World Economic Forum ha pubblicato un report sul lavoro del domani. Un dato interessante è questo: è probabile che il lavoro che andrai a fare, non esistesse al momento del tuo primo giorno di scuola…

Oggi ci sono persone il cui lavoro è proprio quello di immaginare il futuro (eh sì, è questo il primo tipo di mestiere che puoi prendere in considerazione) e le discipline che se ne occupano hanno ormai raggiunto la convinzione che qualsiasi cambiamento dia luogo a una molteplicità di futuri possibili. Una delle prospettive più affascinanti è quella della Futures Literacy, la capacità di modificare l’oggi a partire dalla conoscenza degli scenari di futuro possibile. Come avrai capito, non esiste un futuro unico, “rigido”, cui andiamo incontro ma esistono scenari plausibili a cui possiamo avvicinarci agendo qui e ora.

E tu, hai voglia di provare a determinare il tuo futuro? Bene, comincia da qui e fatti un’idea di quelle che potrebbero essere le competenze necessarie ad affrontare il cosiddetto “mercato del lavoro” nei prossimi anni.

I megatrend: sostenibilità, automazione, informatica e formazione

Quello della sostenibilità è indubitabilmente un trend destinato a crescere e divenire stabile nei decenni futuri. Per le aziende la sostenibilità è sempre più rilevante ma la performance ecologica è qualcosa che ormai è irrinunciabile anche per le amministrazioni pubbliche. Dal manifatturiero all’industriale, la limitazione di impatto è un’attività in piena corsa che necessita di figure specializzate in grado di definire le prassi ecologiche, sviluppare nuovi sistemi, dare vita a tecnologie sostenibili.

L’automazione (avrai probabilmente incontrato termini quali IoT o Supply Chain), basata sul Machine Learning, sarà un asset sempre più rilevante. Se sono molto popolari i sistemi di automazione che si incontrano in Internet (Google stesso ne è un esempio), forse non sai che in fabbriche, magazzini e stabilimenti i robot stanno evitando alle persone le mansioni usuranti o pericolose, lasciando alla valutazione umana il controllo dei processi. L’automazione però è anche altro, perché grazie all’intelligenza artificiale (che interagisce con oggetti e sistemi a monte e a valle) sarà possibile produrre in maniera più efficiente, economica ed ecologica. Tutti i settori, dalla medicina alla tecnomeccanica, dallo sport all’economia, dall’agricoltura all’intrattenimento, avranno bisogno di menti in grado di integrare l’automazione nella quotidianità, far dialogare gli oggetti con la rete, creare nuovi algoritmi e macchinari. Ci sono altre figure legate all’automazione, perché l’intelligenza artificiale si basa sui dati e l’analisi del dato sarà una specializzazione sempre più significativa; ecco quindi che fra le competenze del futuro figurano quelle legate alla data e big data analysys.

Se il mondo del futuro si basa in gran parte sull’informatica, va da sé che chi studia cybersecuriy, cloud computing, augmented reality e discipline simili, avrà probabilmente grandi opportunità di trovare lavoro.

In uno scenario che da qui a poco acquisirà una velocità di cambiamento sempre più rapida, le figure in grado di ri-addestrare e formare in maniera continuativa tutti coloro che lavorano, saranno essenziali. Si tratta di figure che dovranno unire competenze relazionali, psicologiche, didattiche e disciplinari.

I segnali deboli: benessere, agricoltura cellulare, disastri ambientali, organizzazione della memoria

I cosiddetti “segnali deboli”, sono pulsioni, elementi vitali che si muovono fra la superficie e il nascosto, all’interno della società. Qui ne trovi elencati alcuni. Attenzione: i segnali deboli non sono tendenze assodate, è possibile che gli scenari che ci immaginiamo non abbiano luogo nel modo in cui pensiamo ma rappresentano, comunque, elementi da tenere in seria considerazione.

Un po’ ovunque le persone acquisiscono consapevolezza di quanto il benessere interiore sia necessario per vivere al meglio la propria vita. Già oggi il benessere e le sue pratiche entrano nelle aziende ed è plausibile che negli anni a venire chi si specializza in queste discipline potrà andare incontro a una buona carriera. Fra le discipline da tenere sott’occhio, quelle che sfruttano i principi della biofisica, che vede un interesse in crescita continua. Fra le competenze da acquisire, oltre alle discipline del benessere, principi di psicologia, psiconeuroimmunoendocrinologia (PNEI) e fisiologia; per chi volesse specializzarsi in benessere nelle organizzazioni si devono inoltre considerare competenze in HR (risorse umane), diritto e legislazione del lavoro.

L’agricoltura cellulare è una delle risposte innovative al bisogno di proteine e – contestualmente – alle necessità di limitare l’impatto della produzione di cibo su ambiente e animali. Biologia, chimica, genetica, alimentazione, botanica sono le materie da approfondire per tentare di crearsi un futuro in questo campo.

Se – come ci auspichiamo – stiamo andando verso un mondo sempre più sostenibile, purtroppo le calamità naturali ci accompagneranno ancora per molto tempo. Persone esperte in gestione e intervento nei disastri ambientali saranno quindi necessarie. Una formazione in questo settore deve tener presente ambiti quali ingegneria ambientale, ecologia, zoologia, botanica, geologia, meteorologia, vulcanologia, sismologia ma anche logistica e project management.

Con l’età media e la durata media della vita che salgono, ci sarà probabilmente bisogno di memory curator, vale a dire trainer delle capacità mnemonico-cognitive. Si tratta di un ambito molto affascinante e suggestivo che implica conoscenze di psicologia cognitiva, neuroscienze, mnemotecniche ma che dovrà in più saper sviluppare (o usare) ambienti tecno-immersivi di apprendimento ed esercitazione.

Meglio essere specialisti o avere una formazione generica?

A questa domanda non esistono risposte ovvie, tutto dipende da ciò che vuoi essere e dalle tue attitudini. Se stai ragionando attorno a questo tema è forse il momento di parlare un po’ del futuro con i tuoi insegnanti, sicuramente ti aiuteranno a capire punti di forza e margini di crescita. Fidati di loro!

Ciò di cui dovresti tenere conto è anche quanto ami studiare e cosa ami studiare: le risposte le puoi dare solo tu. Per quanto riguarda la prima domanda, devi sapere che esistono percorsi universitari che alla fine del triennio consentono già un discreto inserimento nel mondo del lavoro (per esempio i corsi delle professioni sanitarie o i corsi di laurea professionalizzanti; su questi ultimi c’è stata una certa attenzione in anni recenti da parte delle università). Se ti piace studiare allora puoi prevedere un percorso più lungo (laurea + laurea magistrale = 3+2; oppure laurea magistrale a ciclo unico = 5 o 6 anni; e poi… dottorato/specializzazione/master di 2° livello). In merito alla seconda domanda, ti suggeriamo di tenere presente anche ciò che ami studiare, perché se tutto va bene passerai il resto della tua vita (il tempo degli studi e il tempo del lavoro) ad approfondire e applicare ciò che hai scelto di studiare oggi o che sceglierai domani. La maggior parte della giornata è impegnata nello studio o nel lavoro. E poi… studiare ciò che piace non è faticoso e garantisce ottimi risultati (e questo vale anche per il lavoro).

Quello che possiamo dirti è che una specializzazione “verticale” è sempre molto utile per trovare un buon mestiere ma che ci sarà pure bisogno di figure non specializzate, figure con competenze trasversali in grado di far dialogare fra di loro discipline diverse e comunque capaci di riprogettare le proprie competenze.

Altre cose che dovremo affrontare nel futuro e competenze necessarie

  • stazioni spaziali commerciali
    serviranno figure formate in informatica, economia, relazioni internazionali, astrofisica, ingegneria
  • cognitive building
    serviranno figure formate in intelligenza artificiale, sviluppo software e hardware, robotica, efficientamento energetico ma anche medicina, psicologia, architettura
  • e-sports
    serviranno figure in grado di organizzare e gestire eventi, sviluppare campagne di acquisition, fare attività di lobbying, gestire i rapporti con i media, gestire le pubbliche relazioni, avviare azioni di fundraising; serviranno inoltre persone in grado di sviluppare software e interfacce
  • incertezza e cambiamento
    serviranno esperti ed esperte in resilienza, antifragilità, problem solving, empatia, gestione dello stress; saranno necessarie persone ad alto coefficiente immaginativo, capacità di pensiero laterale e ad alto tasso di creatività.

Ci sono cose che serviranno sempre…

L’arte, l’insegnamento, la cura delle malattie, la promozione della salute, la riparazione meccanica, l’accoglienza turistica e via dicendo saranno sempre necessarie, non perché manchino tecnologie in grado di far tutto ciò in maniera autonoma ma perché queste professioni sono noi, rappresentano la nostra umanità. Ognuno di questi mestieri rimarrà sempre vivo e indispensabile, anche se potrebbe richiedere conoscenze diverse rispetto a quanto accadeva in passato.