Gli studi accademici sono una scelta che a volte si scontra con il timore di non essere capaci di studiare e superare gli esami. Ma… perché non provarci?

 

Beh, in fin dei conti… se non ci provi non lo saprai mai 😉!
Anche lo studio universitario, così come tutte le cose da affrontare nella vita, è qualcosa che si può superare e che in caso di non riuscita, può rendere più forti e consapevoli. Abbiamo già parlato, qui su Orientazione, di ansia da esame; oggi andiamo ad approfondire i dubbi amletici di tanti studenti e studentesse…

 

Sarò in grado di studiare all’università? Partiamo dall’autostima

Il timore di non essere in grado di affrontare l’università può legarsi a un senso della stima di sé non troppo forte. L’immagine che ogni persona ha di sé e delle proprie capacità è ciò che si chiama autostima, che è sempre un mix fra elementi come:

  • periodi della vita
    è possibile che in alcune fasi ci si senta meno confidenti nelle proprie capacità e in altri si abbia maggior fiducia in ciò che si può fare
  • feedback da parte delle altre persone
    quando si ricevono complimenti il senso di fiducia in sé si rafforza, quando si ricevono critiche continue si può vacillare
  • paragoni
    è naturale confrontarsi con chi ci circonda e con chi si incontra, questi confronti ci aiutano a comprendere limiti e punti di forza di noi stessi
  • contesto
    una persona spavalda e sicura di sé può temere un bagno in piscina, se non sa nuotare; a seconda della situazione la stima di sé può cambiare
  • autovalutazione
    è il modo in cui interpretiamo noi stessi, l’efficacia delle nostre azioni, le nostre capacità potenziali; questo giudizio risente in maniera determinante del modo in cui interpretiamo le cose, per esempio se attribuiamo un successo alla fortuna tenderemo a non rinforzare l’autostima, cosa che invece accade se ci riconosciamo meriti quali impegno o capacità.

L’autostima è quindi qualcosa di realmente complesso, dinamico, con una grande componente legata alle relazioni. Un ruolo importante, ovviamente, può essere ricoperto dai periodi dell’infanzia e dell’adolescenza, quando il rapporto con la famiglia contribuisce a formare un’immagine di sé che rimane, almeno sullo sfondo, per tutta l’esistenza. Attenzione però: come ogni cosa che riguarda la mente e la sfera psicologica, l’autostima è qualcosa su cui si può lavorare e che può essere accresciuta.

 

Sarò in grado di studiare all’università? Le conseguenze di una bassa autostima

Quando l’autostima non eccelle ci si sente preda dell’insicurezza ed è difficile prendere decisioni, il “rimuginìo” prende il controllo e ci si “incarta”. È questa la prima conseguenza di una bassa autostima (ed è ben comprensibile come non sia proprio un buon viatico per affrontare un percorso impegnativo come quello universitario). Questa visione si riflette sul modo di guardarsi, che ne risente e si permea di pessimismo.

Può capitare che il correlato di una bassa autostima sia il senso di colpa, al fine la bassa autostima porta a non mettere entusiasmo nelle cose.

 

Sarò in grado di studiare all’università? La differenza fra autostima e autoefficacia

La differenza fra autostima e autoefficacia è un po’ la differenza che c’è tra il dire e il fare… Pur essendo concetti simili, nel caso dell’autostima sono in gioco le narrazioni che si fanno su di sé relative all’essere (sentirsi apprezzati, considerati, adeguati), nel caso dell’autoefficacia entra in gioco la convinzione di essere in grado (o meno) di raggiungere un obiettivo o portare a termine un determinato compito siamo quindi nel dominio del fare). Per superare gli ostacoli è importante avere una buona autostima ma lo è altrettanto stare nella convinzione di potercela fare (avere cioè fiducia nei propri mezzi, nelle proprie capacità).

Per tornare al caso menzionato poco fa, una persona spavalda che non sa nuotare avrà un senso di autoefficacia piuttosto basso se posta di fronte alla prospettiva di una gara a stile libero… A parti invertite, un pianista appena uscito dal conservatorio a pieni voti può decidere di non affrontare il pubblico di una sala da concerto per una autostima bassa e pervasiva, mentre può essere in grado di fare cose grandiose in sala di registrazione, ambiente ristretto e protetto.

Puoi lavorare sia sull’autostima (se credi di avere un’immagine di te svalutante o sei spesso preda dell’insicurezza), sia sull’autoefficacia. Perché c’è una buona notizia… accrescere autostima e autoefficacia si può!

 

Sarò in grado di studiare all’università? Come far crescere il senso di autoefficacia

Orientazione, con i suoi strumenti è un ottimo aiuto per sostenere la crescita della tua autostima:

  • la PPS (Prove di Posizionamento) ti restituiscono un’immagine delle tue competenze in relazione al resto della popolazione studentesca, potresti scoprire di non essere così male 😉 (in caso contrario avrai la possibilità di prepararti al meglio)
  • i MOOC ti aiutano ad approfondire discipline specifiche, e si sa, più si studia, più si è determinati.

Il confronto con docenti e persone che come te si avvicinano allo studio universitario, può farti capire i tuoi punti di forza, che sono quelli da cui partire per migliorare la preparazione e acquisire sicurezza.

In buona sostanza l’autoefficacia la si incrementa preparandosi, esercitandosi e constatando (al momento in cui la si raggiunge) che si ha un buon livello di preparazione.

Altro caso: e… se la persona con un senso di autoefficacia piuttosto scarso non sei tu? In questa situazione l’aiuto che puoi fornire è affiancare, studiare ed esercitarti assieme alla tua amica o al tuo amico, suggerendo le risorse di Orientazione.

 

Sarò in grado di studiare all’università? Come trovare l’autostima

Come detto l’autostima è qualcosa di complesso, ma si può fare davvero tanto per conquistarla. Di fronte a qualcuno che non ha grande stima di sé puoi sostenere i suoi sforzi, incoraggiare, riconoscere (complimentandoti) ogni suo piccolo passo.

Se la poca autostima è cosa tua, puoi iniziare a far l’elenco di tutti i pregi che hai (eh sì, anche tu ne possiedi!), proseguire con l’elenco di quelli che consideri limiti e stilare infine una lista di 3/4 caratteristiche che vorresti avere. Prova poi a volerti un po’ più bene, dando evidenza a ciò che sai fare e ai successi che hai ottenuto. Passa quindi a darti obiettivi: acquisire le caratteristiche che desideri, limare i punti deboli; fai un piano d’azione e prova a impegnarti, i risultati arriveranno.

Detto ciò, esci dal tuo guscio e prova, a piccoli passi, a confrontarti con compiti che pensi di non essere in grado di fare (bastano cose semplici, come decidere di sorridere alla prima persona che incontri); ogni piccolo passo ti aiuta a essere più consapevole delle tue qualità e rinforza il senso di autostima.

C’è poi una questione con cui oggi è difficile fare i conti: il fallimento. Non riuscire a fare qualcosa è assolutamente normale, fa parte del gioco e… sì: tutti – ma proprio tutti – nella vita falliscono. Persa un’occasione, se ne presenterà un’altra!

Altra cosa: la fatica. Per riuscire in qualcosa c’è bisogno di uno sforzo, che in alcuni casi è destinato a prolungarsi nel tempo, questo va capito e accettato, mettendosi su di buona lena.

E poi ancora: la paura. Temere di non farcela è qualcosa che riguarda tutti, ma la paura può aiutare a portarci al meglio della preparazione, non va vista esclusivamente come una nemica.

Infine: come te la racconti? Se ti accorgi che i tuoi discorsi sono infarciti di giustificazioni, forse stai un po’ esagerando e ti stai creando alibi. Siamo bravi, tutti, a crearci teorie per cui “È meglio che questa cosa non la faccia per tutti questi motivi…” oppure “Non posso proprio fare questa cosa perché…” in modo da giustificare il non-agire. Ebbene, queste scuse sono valide, per lo più, solo a livello teorico ma prova a illustrare le tue motivazioni a qualcun altro e… vedi se reggono 😉. Vedrai che molte delle argomentazioni che, quando “te la racconti” sembrano lineari, appariranno inconsistenti se dette a parole.

Se lo ritieni, appoggiati a una figura professionale in grado di sostenere il tuo cammino verso una maggiore autostima.

 

Sarò in grado di studiare all’università? Un nuovo racconto

Partiamo dall’idea che ogni vicenda della vita sia una narrazione e proviamo scrivere un nuovo racconto, ecco i punti principali su cui elaborare la trama:

  • se hai terminato le scuole superiori non c’è motivo per credere che anche l’università non sia alla tua portata
  • documentati, confrontati, studia per scegliere il corso di laurea giusto per te (l’orientamento serve proprio a questo e spesso le difficoltà universitarie non sono questione di capacità ma di correttezza della scelta)
  • cerca di capire le tue attitudini, i tuoi punti di forza e le tue aspirazioni per poter arrivare al momento della decisione nelle condizioni ideali
  • lavora, studiando ed esercitandoti, sulle aree in cui ritieni di dover migliorare
  • all’università scoprirai parti di te che forse nemmeno sospettavi esistessero; e potrebbero piacerti!
  • contempla il fallimento, inseriscilo nel campo delle possibilità perché fallire può capitare (ma si può ripartire!)
  • preparati alla fatica ma anche a grandi soddisfazioni
  • apriti alla vita sociale, le persone che incontri hanno bisogno del tuo sorriso (e… sì, anche tu hai bisogno degli altri)
  • riconosci i tuoi meriti e festeggiali
  • leggi, leggi molto, leggere è confrontarsi con idee diverse dalle tue e questo ti aiuta a crescere
  • il contatto con il mondo universitario è sempre una specie di iniziazione, prendi tutto questo come un’esperienza e godine al massimo!

 

E poi… se non ci provi… 😉