Quale ruolo e quanto tempo deve assorbire lo studio per non fagocitare il resto della vita?

 

Lo sport, le passioni, la famiglia, l’amore, le amicizie… e poi c’è l’esame che incombe, le lezioni da seguire, lo studio, poi la tesi da concordare… L’università ti chiama a una responsabilità sempre crescente, una situazione in cui devi fare uno sforzo per mantenere l’equilibrio e centrare gli obiettivi.
Ma c’è tempo per tutto?

 

Study-life balance: si può trovare un equilibrio?

A domanda precisa, subito una risposta: sì. L’equilibrio fra impegni di studio e resto della vita si può trovare ma per farlo è necessario che tu assuma l’atteggiamento giusto. Il cosiddetto study-life balance va concepito come equilibrio dinamico, non si tratta infatti di qualcosa che una volta trovato è sempre uguale a sé stesso e rimane valido per tutto il percorso di studi. Per capire meglio è sufficiente pensare alla figura dell’equilibrista, che se osservata bene rivela come gestisce l’equilibrio con continui movimenti, micromovimenti e modifiche della postura; l’equilibrio è questo, e lo è anche nell’ambito dello studio, in cui raggiungere un bilanciamento fra impegno didattico e resto della vita è qualcosa che si ridefinisce senza sosta a seconda dei momenti, dei periodi e delle materie. Abbiamo già parlato proprio qui su Orientazione di quanto siano importanti le pause durante lo studio, e proprio dalle pause possiamo partire.

 

 

Study-life balance: il ruolo delle pause

Non sempre i periodi in cui non si studia sono realmente periodi di non-studio, questo perché il cervello, grazie alle pause, ha modo di rielaborare e far sedimentare ciò che si è appreso. Oltre a questo c’è il bisogno di “ossigenare” la mente (con grossi vantaggi per lo studio) e ultimo – ma non certo per importanza – il fatto che quando si pratica sport, si fa musica, si legge un fumetto, si fa volontariato o qualsiasi altra cosa che non sia stare sui libri d’esame, si apprendono e allenano altre competenze, che possono essere hard (vere e proprie conoscenze) o soft (attitudini e atteggiamenti). Non finisce qui: fare altro dissipa lo stress, con benefici di vita che diventano sempre benefici per lo studio.

 

 

Study-life balance: trovare la propria misura

Ogni persona è diversa, l’equilibrio è assolutamente soggettivo, trovarlo significa imparare a conoscersi e questa conoscenza aiuta a migliorare le proprie performance. Il tema è quantomai attuale, in questi anni si sprecano dibattiti e saggistica; si tratta di un argomento saliente non solo per chi studia ma anche per chi lavora, in questi casi si parla di work-life balance (il saggista David Clutterbuck lo definisce “stato in cui un individuo gestisce il conflitto reale o potenziale tra le diverse richieste del suo tempo e della sua energia in modo da soddisfare le esigenze di benessere e realizzazione personale”).
Trovare la misura giusta non è sempre facile, richiede un po’ di lavoro, cerchiamo allora di individuare alcune keyword di riferimento che ci consentano di tracciare una mappa dei principali concetti utili a trovare uno study-life balance ottimale:

  • organizzarsi
  • fissare obiettivi
  • appassionarsi
  • fare vita sociale
  • monitorare.

 

 

Study-life balance: qualche consiglio

Organizzarsi

Tentare di organizzarsi, stabilire cioè i momenti di studio e i momenti di non studio, significa innanzitutto fare mente locale e prendere quindi consapevolezza della questione. Si tratta di un primo passo che non è risolutivo ma è necessario perché responsabilizza. C’è chi preferisce un planner in carta, chi predilige un software o una app, chi si trova meglio raccontando a qualcun altro i propri schemi di lavoro a mo’ di promessa, chi riesce a rispettare i task fissati semplicemente mantenendoli ben presenti in testa. Il punto è essere onesti con sé stessi e non tralasciare 2 aspetti dell’impegno universitario:

  • laurearsi significa impegnarsi a lungo e con grande intensità, non è mai una “passeggiata” (eh no, non basta un’oretta al giorno per laurearsi…)
  • avvicinandosi agli esami è necessario ridefinire le quantità relative stabilite per il tempo di studio e il tempo da dedicare al resto, intensificando le sessioni sui libri.

Fissare obiettivi

Un obiettivo è – in sé – motivante, sia perché chi lo fissa si prende un impegno, sia perché un traguardo funge sempre da sprone. L’organizzazione da sola è meno potente se non è accompagnata dalla definizione di obiettivi, che possono essere relativi a capitoli da studiare, argomenti da ripetere, esercizi da svolgere o ricerche da completare; anche in questo caso la franchezza con sé stessi è indispensabile.
I 2 aspetti che qui devono essere considerati sono:

  • un buon modo di fissare gli obiettivi è quello del cosiddetto retroplanning, vale a dire programmare le milestone “a ritroso”, partendo dal giorno dell’esame per arrivare all’oggi
  • gli obiettivi devono essere sostenibili ma almeno un po’ sfidanti, altrimenti ci si rilassa troppo.

Se ti esalti con la definizione degli obiettivi hai addirittura la possibilità di classificarli, per esempio per ambito (di studio, di sport, di passione per il cinema, di vita sociale…).

Appassionarsi

La passione è un propellente straordinario per fare grandi cose e anche per superare i periodi di crisi. Trovare le tue passioni extra-universitarie ti aiuterà a studiare meglio per poterti poi godere ciò che ami e che ti fa vibrare. Fare ciò che ami si riverbera sulla tua resa nello studio perché ti restituisce soddisfazione, tranquillità ed entusiasmo.
Ma… una passione deve per forza essere extra-universitaria? No di certo!
Per prima cosa è auspicabile che tu scelga un campo di studi che ti piace, e poi… hai sempre la possibilità di unire le tue passioni extra-universitarie con il tuo percorso accademico. Come? Ecco qualche spunto:

  • se studi discipline economiche o marketing e sei musicista, potresti approfondire il tema del soundbranding, vale a dire la dimensione sonora di un marchio
  • se studi discipline giuridiche e impazzisci per lo sport, potresti focalizzarti sul diritto sportivo
  • se fai studi pedagogici e ti appassionano i giochi di ruolo, potresti trovare una strada nella didattica ludica
  • se studi medicina e nel tempo libero affini abilità da chef, potresti studiare il rapporto fra salute e alimentazione.

Pochi esempi, ma significativi, per capire che il solo limite è rappresentato dalla fantasia e dall’avere un po’ di faccia tosta per chiedere di poter approfondire campi specifici che non sempre sono così popolari. Quando unisci passioni e discipline di studio trovi una spinta fortissima per studiare ancor di più e approfondire senza fatica ogni aspetto delle discipline.

Fare vita sociale

Come ogni mammifero anche tu hai bisogno di fare vita sociale. La rete di amicizie e conoscenze è un toccasana per la solitudine, la demotivazione, l’apatia e anche per il benessere generale. Dedica quindi il tempo necessario della tua routine alle persone che ami, esci di casa, parla, interagisci più che puoi.
Quando gli impegni di studio si fanno pressanti puoi anche decidere di studiare in gruppo, sia organizzandoti con chi deve affrontare il tuo stesso esame, sia frequentando luoghi come le biblioteche che mettono a disposizione sale silenziose per poter studiare in quiete (ma che fra un break e l’altro permettono di socializzare).

 

Monitorare

Per far sì che tutto questo sia efficace, ti aiuti cioè a mantenere un equilibrio sostenibile fra le necessità dello studio universitario e i tuoi bisogni personali, fai verifiche periodiche. Guarda se riesci a rispettare gli impegni, se lo studio va avanti come previsto, se il tuo stato di benessere soggettivo è ok. Nel caso intervieni intensificando lo studio, oppure concedendoti una pausa extra. Monitorare è fondamentale per ottenere risultati.

 

Buon studio e… buon equilibrio!